Giovedì, 28 Marzo 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

VI DOMENICA DI PASQUA

VI DOMENICA DI PASQUA

IL COMMENTO DI DON DOGLIO

PRIMA LETTURA (At 8,5-8.14-17)
Imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Filippo, sceso in una città della Samarìa, predicava loro il Cristo. E le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo, sentendolo parlare e vedendo i segni che egli compiva. Infatti da molti indemoniati uscivano spiriti impuri, emettendo alte grida, e molti paralitici e storpi furono guariti. E vi fu grande gioia in quella città.

Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samarìa aveva accolto la parola di Dio e inviarono a loro Pietro e Giovanni. Essi scesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 65)

Rit: Acclamate Dio, voi tutti della terra.

Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!

A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini.

Egli cambiò il mare in terraferma;
passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno.

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.

SECONDA LETTURA (1Pt 3,15-18)
Messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito.

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo

Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.

Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo.

Se questa infatti è la volontà di Dio, è meglio soffrire operando il bene che facendo il male, perché anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito.

VANGELO (Gv 14,15-21)

Pregherò il Padre e vi darà un altro Paràclito.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.

Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.

Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

IL SANTO

Il santo di questa settimana è san Cristóbal Magallanes Jara, sacerdote messicano ucciso in odio alla fede nel 1927, che la Chiesa ricorda il 25 maggio. Lui, insieme ad altri 21 sacerdoti e tre laici fa parte del gruppo di martiri messicani canonizzati da Giovanni Paolo II il 21 maggio del 2000.
In Messico, infatti, tra il 1926 e il 1929, ci furono numerosi martiri a causa di una violenta persecuzione contro la Chiesa che si accanì verso i cattolici messicani e specialmente verso i loro sacerdoti.
Nel 1917 fu promulgata una nuova Costituzione, ispirata a principi anticlericali, firmata dal presidente Venusiano Carranza.

L’episcopato messicano espresse la sua contrarietà alla nuova legge  della nazione, provocando però una forte reazione da parte governativa.

Dal 1926 in avanti, sotto la presidenza di Plutarco Elìas Calles, la persecuzione si fece ancor più violenta con l’espulsione dei sacerdoti stranieri, la chiusura delle scuole private e di alcune opere benefiche.

A sancire l’inizio ufficiale della persecuzione fu la pubblicazione di “Le Riforme al Codice Penale”, detta anche “Legge Calles” del 14 giugno 1926. I laici messicani allora costituirono un’organizzazione denominata Lega in Difesa della Libertà Religiosa per difendere la propria libertà religiosa, senza il diretto intervento del clero, per mezzo delle armi. Ebbe così inizio la guerra civile, con protagonista il “Movimiento cristero”.

Questo movimento non fu promosso dalla gerarchia ecclesiastica, ma dal mondo laicale, che cercò comunque l’appoggio dei propri pastori, anche se generalmente il clero accettò di sostenere esclusivamente la resistenza pacifica. Alcuni sacerdoti furono ostili al movimento, altri abbandonarono le parrocchie, qualcuno di essi, invece, presero parte persino ai combattimenti.

Tra i numerosi martiri messicani i 25 che sono stati canonizzati nel 2000 sono stati scelti perchè “non avevano nessuna implicazione nella difesa armata”. Tra questi, che furono fucilati o impiccati, c’era anche Cristoforo (Cristobal) Magallanes, nato nella parrocchia di Totatiche nello stato di Jalisco, il 30 luglio 1869, da umili contadini.

A 19 anni entrò nel seminario di Guadalajara grazie al suo parroco che aveva notato in lui un’intelligenza viva e spiccata. Dopo l’ordinazione sacerdotale, ricevuta nel 1899, fu nominato cappellano della Scuola di Arti dello Spirito Santo, e poi parroco del suo paese natale, nel 1909. Creò Centri di catechismo per bambini e adulti e li rifornì di quanto avevano bisogno. Educò i fedeli al canto, al teatro, promosse l’agricoltura e la piccola industria, fondò una Società di Mutuo Soccorso.
Fu missionario tra gli indigeni “huichole” e fervente divulgatore del Rosario. Quando le autorità civili ordinarono la chiusura del seminario diocesano, aprì in parrocchia per 20 ragazzi un piccolo seminario che soprannominò “Famiglia Agreste” di cui fu nominato prefetto il giovane sacerdote don Agostino Caloca.

Il 28 novembre 1926 anche nelle vicinanze di Totatiche alcuni Cristeros insorsero contro il governo.

Don Magallanes rimproverò loro il ricorso alle armi, in pubblico e in privato e mediante il bollettino parrocchiale intitolato “Il Rosario” convinto che “la religione né si propagò, né si deve conservare per mezzo delle armi. Le armi della Chiesa sono il convincimento e la persuasione, ottenuti per mezzo della parola”. Fu arrestato dall’esercito federale il 21 maggio 1927 mentre si recava, a dorso di una mula, al villaggio di Santa Rita per la celebrazione della festa della santa.

Lo stesso giorno fu pure arrestato anche il suo collaboratore don Caloca il quale fu rinchiuso, con il santo, prima nel carcere di Totatiche e poi in quello di Momax.

Il 25 maggio 1927 i due sacerdoti furono trasferiti al municipio dì Colotlàn dove, senza nessun giudizio né ordinario, né sommario, né militare, furono condannati a morte.

Prima di morire disse: “Io sono e muoio innocente. Perdono di cuore agli autori della mia morte, e chiedo a Dio che il mio sangue serva per la pace dei messicani disuniti”.
Fece coraggio anche al giovane don Caloca, che fu fucilato insieme a lui.

Data: 25/05/2014



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