XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
PRIMA LETTURA
Dal secondo libro dei Re
Un giorno Eliseo passava per Sunem, ove c’era un’illustre donna, che lo trattenne a mangiare. In seguito, tutte le volte che passava, si fermava a mangiare da lei.
Ella disse al marito: «Io so che è un uomo di Dio, un santo, colui che passa sempre da noi. Facciamo una piccola stanza superiore, in muratura, mettiamoci un letto, un tavolo, una sedia e un candeliere; così, venendo da noi, vi si potrà ritirare».
Un giorno che passò di lì, si ritirò nella stanza superiore e si coricò. Eliseo [disse a Giezi, suo servo]: «Che cosa si può fare per lei?». Giezi disse: «Purtroppo lei non ha un figlio e suo marito è vecchio». Eliseo disse: «Chiamala!». La chiamò; ella si fermò sulla porta. Allora disse: «L’anno prossimo, in questa stessa stagione, tu stringerai un figlio fra le tue braccia».
SALMO
Canterò per sempre l’amore del Signore.
Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».
Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia.
Perché tu sei lo splendore della sua forza
e con il tuo favore innalzi la nostra fronte.
Perché del Signore è il nostro scudo,
il nostro re, del Santo d’Israele.
SECONDA LETTURA
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?
Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.
Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.
VANGELO
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
IL SANTO
San Nicasio martire
La Chiesa il 1° luglio ricorda San Nicasio de Burgio, cavaliere dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, l’odierno “Ordine di Malta”.
Venerato come martire fin dalla sua morte, viene invocato dai devoti a protezione dalle malattie contagiose e dalle malattie delle ghiandole linfatiche e della gola. Il suo culto è particolarmente diffuso a Caccamo, dove fu eletto patrono principale il 31 maggio 1625 in seguito alla fine di due epidemie di peste.
Nacque probabilmente a Palermo ed era discendente dei Saraceni da parte di padre e dei Normanni da parte della madre. Suo nonno, Ruggero Camuto, era l’Emiro di Girgenti (Agrigento) e di Kasryanni (Castrogiovanni) in provincia di Enna.
Un giorno ottenne l’investitura del feudo del Castello di Burgio, con il titolo feudale de Burgius, e divenne Ruggero Camuto de Burgius.
Verso il 1120 suo figlio Roberto sposò Aldegonda d’Altavilla ed ebbe quattro figli: Guglielmo, Ruggero, Ferrandino e Nicasio, nato intorno al 1140.
Lui e il fratello Ferrandino si arruolarono nell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, la comunità monastica sorta per l’assistenza dei malati e dei pellegrini che si recavano nella Terra Santa.
L’Ordine poi assunse anche una valenza militare per difendere i pellegrini e i luoghi santi.
Ferrandino e Nicasio emisero nell’Ordine della bianca Croce Ottagona i tre voti monastici di povertà, di castità e di obbedienza.
Quando il Gran Maestro Ruggero Des Moulins lanciò l’appello che sollecitava i cristiani a impegnarsi per la liberazione della Terra Santa i due fratelli risposero prontamente.
Nel 1185 si imbarcarono a Trapani. Il 30 giugno 1187 il Sultano Saladino invase il regno di Gerusalemme.
I cristiani, decimati e allo stremo, si rifugiarono sopra una collina chiamata Corni di Hattin, dove il 4 luglio furono sconfitti, fatti prigionieri e consegnati ai carnefici. In questa battaglia rimasero uccisi Ruggero Des Moulins e gran parte degli Ospitalieri.
Anche Nicasio che era capitano, fu fatto prigioniero durante la battaglia di Hattin e, poiché si rifiutò di rinnegare Cristo, fu decapitato, in odio alla fede.
Nicasio fu venerato come Martire sin dai primi anni dopo la sua morte, e ciò prova che morì come cristiano in difesa di Cristo e della fede.
A Caccamo si festeggia l’ultima domenica di agosto.
Daniela Catalano
Data: 02/07/2017