Sabato, 27 Aprile 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

LE LETTURE

PRIMA LETTURA (Am 6,1.4-7)
Ora cesserà l’orgia dei dissoluti.

Dal libro del profeta Amos

Guai agli spensierati di Sion
e a quelli che si considerano sicuri
sulla montagna di Samaria!
Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani
mangiano gli agnelli del gregge
e i vitelli cresciuti nella stalla.
Canterellano al suono dell’arpa,
come Davide improvvisano su strumenti musicali;
bevono il vino in larghe coppe
e si ungono con gli unguenti più raffinati,
ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.
Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati
e cesserà l’orgia dei dissoluti.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 145)
Rit: Loda il Signore, anima mia.

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

SECONDA LETTURA (1Tm 6,11-16)
Conserva il comandamento fino alla manifestazione del Signore.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,
che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio,
il beato e unico Sovrano,
il Re dei re e Signore dei signori,
il solo che possiede l’immortalità
e abita una luce inaccessibile:
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.

VANGELO (Lc 16,19-31)
Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

I SANTI

1/martiri1.jpgI martiri di Tlaxcala erano tre adolescenti indigeni messicani, che furono uccisi nello stato di Tlaxcala, in Messico, tra il 1527 e il 1529.

I tre, che si chiamavano Cristóbal, Antonio e Juan, sono considerati i protomartiri cristiani del continente americano e la Chiesa cattolica li ricorda il 23 settembre.

Il 6 maggio 1990 nella Basilica di Nostra Signora di Guadalupe a Città del Messico sono stati beatificati da Giovanni Paolo II e il 15 ottobre 2017 canonizzati da papa Francesco.

Il loro martirio si colloca pochi decenni dopo la scoperta del Nuovo Mondo e l’inizio dell’evangelizzazione di quelle terre.

Al tempo della conquista spagnola la popolazione del Messico, in particolare gli Aztechi, era dedita al culto di varie divinità e questo contemplava i sacrifici umani e la vita religiosa era dominata dalla casta dei sacerdoti. I francescani e i domenicani si impegnarono per la promozione umana degli “indios”, come chiamarono i locali, e per difenderli da quei riti sanguinari ricorsero anche alla distruzione dei templi e degli idoli, provocando una terribile reazione di cui furono vittime i tre adolescenti, che erano educati alla scuola francescana di Tlaxcala.

Cristóbal nacque ad Atlihuetzía tra il 1514 e il 1515, era figlio ed erede di un’importante e ricca famiglia locale.

Ricevuto il battesimo dai missionari francescani, divenne testimone del vangelo tra i fa- miliari e i conoscenti e cercò, invano, di convertire il padre.

Irritato dalle insistenze del figlio di 13 anni, costui un giorno lo fece rientrare dalla scuola francescana e cominciò a bastonarlo con violenza. Poiché il ragazzo continuava a pregare, lo gettò su un rogo acceso uccidendolo.

Antonio e Juan nacquero tra il 1516 e il 1517 a Tizatlán. Antonio era nipote ed erede del cacicco (capo indigeno) locale, mentre Juan, di umili origini, era il suo servitore e anch’essi frequentavano la scuola dei francescani. Nel 1529 si resero disponibili ad accompagnare i padri domenicani in una spedizione missionaria nella regione di Oaxaca, come interpreti con gli indios.
Consapevoli del pericolo di morte che correvano, i ragazzi aiutarono i missionari a distruggere gli idoli. In una di queste azioni, alcuni indios, armati di bastoni, colpirono a morte prima Juan e poi Antonio, nel villaggio di Cuauhtinchán. Il corpo di Cristóbal, dopo molto tempo, fu fatto trasportare nella chiesa di Santa Maria a Tlaxcala. Mentre quelli di Antonio e Juan furono gettati in una scarpata e recuperati da un frate che li portò a Tepeaca dove furono sepolti in una cappella. Il sangue dei tre ragazzi fu il primo seme del cattolicesimo nel loro Paese.

Daniela Catalano

Data: 23/09/2022



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