Lunedì, 20 Maggio 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

LE LETTURE

PRIMA LETTURA (Sir 27,5-8)
Non lodare nessuno prima che abbia parlato.

Dal libro del Siràcide

Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti;
così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti.
I vasi del ceramista li mette a prova la fornace,
così il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo.
Il frutto dimostra come è coltivato l’albero,
così la parola rivela i pensieri del cuore.
Non lodare nessuno prima che abbia parlato,
poiché questa è la prova degli uomini.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 91)
Rit: È bello rendere grazie al Signore.

È bello rendere grazie al Signore
e cantare al tuo nome, o Altissimo,
annunciare al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà lungo la notte.

Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio.

Nella vecchiaia daranno ancora frutti,
saranno verdi e rigogliosi,
per annunciare quanto è retto il Signore,
mia roccia: in lui non c’è malvagità.

SECONDA LETTURA (1Cor 15,54-58)
Ci ha dato la vittoria per mezzo di Gesù Cristo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, quando questo corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
«La morte è stata inghiottita nella vittoria.
Dov’è, o morte, la tua vittoria?
Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?».
Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!
Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, progredendo sempre più nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.

VANGELO (Lc 6,39-45)
La bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».

IL BREATO

Beato Daniel Brottier

1/daniel-brottier.jpegIl 25 novembre 1984 Papa Giovanni Paolo II ha beatificato Daniel Brottier, sacerdote della Congregazione dello Spirito Santo, che la Chiesa commemora il 28 febbraio.

Nacque il 7 settembre 1876 a La Ferté-Saint Cyr, diocesi di Blois, in Francia, e mostrò già in giovane età il desiderio di diventare sacerdote, ricevendo l’incoraggiamento anche dai genitori e da un prete che ne favorì l’ingresso nel seminario diocesano.
Entrò nel 1890 e fu ordinato sacerdote a 23 anni nel 1899. Inviato come professore nel Collegio ecclesiastico di Pontlevoy, sentì ben presto la vocazione per la vita missionaria. Nel 1902 entrò come novizio nella congregazione dello Spirito Santo (Spiritani) ad Orly, l’anno seguente emise i voti religiosi e partì quasi subito per il Senegal, allora colonia francese.
Poté restarci circa tre anni, perché a causa di violenti e continui attacchi di emicrania che l’avevano colpito, fu costretto, nel 1906, a ritornare in Francia.
Rimessosi in salute, l’anno seguente volle andare per la seconda volta in Senegal ma il male si ripresentò ancora violento e dopo qualche tempo dovette tornare definitivamente in patria.
In Francia, decise di fondare l’opera «Souvenir Africain», allo scopo di costruire la cattedrale di Dakar che fu consacrata il 2 febbraio 1936, poche settimane prima della morte di Brottier. Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, benché in Francia i preti dovessero prestare servizio nell’esercito, Daniel fu esonerato per la sua salute cagionevole. Fu però uno dei primi sacerdoti ad arruolarsi come cappellano volontario, trascorrendo quattro anni al fronte.

Esponendosi alle situazioni più pericolose, amministrò i sacramenti ai sofferenti e ai moribondi ogni volta che ne aveva la possibilità.
Attribuì la propria salvezza tra gli orrori della guerra, alla protezione di santa Teresa di Lisieux, verso la quale nutriva una grande devozione e sotto la cui particolare intercessione lo aveva posto il vicario apostolico del Senegal.

Trascorse cinquantadue mesi al fronte senza riportare ferite. Finita la guerra fondò l’Unione nazionale combattenti.

Nel 1923 il cardinale di Parigi chiese ai superiori della congregazione dello Spirito Santo che il sacerdote lo affiancasse nel progetto di ricostruzione dell’Opera degli orfani apprendisti, nel quartiere parigino di Auteuil.
Realizzata l’opera trascorse gli ultimi tredici anni di vita servendo orfani e bambini abbandonati e affidandoli a santa Teresa. Morì il 28 febbraio 1936 per una malattia polmonare. Fu sepolto nella cappella di S. Teresa nella Casa degli Orfanelli di Auteuil.

Daniela Catalano

 

Data: 27/02/2022



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