Mercoledì, 15 Maggio 2024
Diocesi di Tortona
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Guido Marini
Vescovo

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO: la RIFLESSIONE del Vescovo

Le letture della domenica

PRIMA LETTURA (Es 24,3-8)
Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi.

Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni, Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!».
Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.
Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare. Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto».
Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 115)

Rit: Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.

Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.

Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.

SECONDA LETTURA (Eb 9,11-15)
Il sangue di Cristo purificherà la nostra coscienza.

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, Cristo è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d’uomo, cioè non appartenente a questa creazione. Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna.
Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo – il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio – purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente?
Per questo egli è mediatore di un’alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa.

VANGELO (Mc 14,12-16.22-26)

Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue.

+ Dal Vangelo secondo Marco

Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

IL SANTO

San José d’Anchieta

La Chiesa il 9 giugno ricorda san José d’Anchieta, detto l’Apostolo del Brasile, proclamato beato nel 1980 e dichiarato santo il 3 aprile dello scorso anno da papa Francesco con la prassi della “Canonizza-zione equipollente”, pratica utilizzata nei riguardi di figure di particolare rilevanza ecclesiale. Nacque il 19 marzo 1534 a S. Cristobal de la Laguna, nelle Canarie. All’età di 15 anni fu mandato a studiare presso l’Università di Coimbra. Si sentì chiamato a condividere la vita apostolica dei Gesuiti. Nel 1551 fece voto di castità e chiese a uno dei primi compagni di Sant’Ignazio di Loyola di essere immesso nella provincia portoghese della Compagnia di Gesù. La sua richiesta fu esaudita il 1 maggio 1551. Anche se giovane era tormentato da una distorsione della spina dorsale. Poiché i medici non trovavano rimedio ai suoi mali, nel 1553 fu mandato in Brasile per recuperare la salute. Giunse a San Salvador da Bahia nel 1553.

Nel 1554, con altri confratelli, fu destinato alla fondazione di una missione e di un piccolo collegio nei pressi di Piratininga. La località, dove lui rimase 10 anni, fu soprannominata San Paulo perché i componenti della spedizione vi giunsero la vigilia della conversione del grande apostolo. Per questo il santo oggi è annoverato tra i fondatori della città. Lui si impegnò anche nello studio della lingua degli Indios, il tupyguarani e scrisse la prima grammatica di quelle popolazioni. Tradusse per gli indios il Catechismo in lingua tupy. Nella relazione che nel 1584 mandò a Roma ai suoi superiori, in qualità di Provinciale del Brasile affermò di avere battezzato fino a quella data 100.000 indigeni. Poi nel 1563, divenne aiuto fisso di padre Nobrega, accompagnandolo a negoziare la pace tra i Portoghesi e i feroci Tamoyos. Nel 1566 fu ordinato sacerdote, l’anno successivo fu compagno di padre Nobrega nel fondare Rio de Janeiro. Dal 1578 al 1586 gli fu affidato il governo di tutta la provincia, poi passò a Reritiba (oggi Anchieta) dove continuò a lavorare per i suoi indios.

Morì il 9 giugno 1597 a 46 anni. Dopo la morte fu invocato dai credenti soprattutto contro i morsi dei serpenti. Scrisse anche un poema sulla Madonna.

Le sue reliquie sono venerate ad Anchieta.

Data: 06/06/2015



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